LA TERRA OCCELTICA 


Pensiamo ai cavalieri senza macchia
e senza paura, che dedicavano la propria vita al servizio dei più deboli, ai grandi ideali di libertà e giustizia.

Pensiamo a grandissime foreste, ad inquinamento nullo, ai castelli visti come rifugio, al pane ed al vino gratuito (pane ed acqua era per i prigionieri).

Pensiamo a mille anni fa.

Al posto delle nazioni odierne europeo-occidentali, che, è bene ricordare, non esistevano ancora, vi era una fascia trasversale di molti popoli indipendenti, e nello stesso tempo molto uniti, sia linguisticamente che culturalmente.

L'insieme di questi popoli "ad occidente", e piu' precisamente:

Padani, Sardi, Siciliani, Liguri,

Provenzali, Limosini, Borgognoni,

Aquitani, Catalani,

e financo Galizi,

formavano una vera e propria ultra federazione di fatto, composta da innumerevoli entita' indipendenti locali (castella) dove circolavano liberamente come provato da autografe pergamene trombadoriche coeve:

"persone, idee, arte, poesia,

cortesia, amore, musica e canto".

Questo faro di civila` brillava incontrastato

"ad occidente" della Grecia ed a sud dei popoli nordici e dei germanici .

Proprio come Erodoto, Esoro e poi Polibio descrivono gli occelti o celti: popoli ad occito (della Grecia), ovvero occidente, ovvero occitani, ma, da non confondersi con i germani, e tantomeno con i popoli del nord, incivili ed antropofagi.

Giova ricordare che, salvo la civile Cornovaglia, l'isola Magontiaca (Inghilterra) e l'Hibernia (Irlanda) erano ancora infestate da feroci cannibali sino a soli 700 anni fa, quindi in piena epoca trombadorica.

La SuperNazione occidentale ovvero Occitania, antitetica e trasversale rispetto i futuri stati nazionali, coincideva con l'antica e primiera terra dei

Celtoispani, Gallocelti, Celti Togati,

Naborensi, Ligures, Taurini, Boii, ecc. 

popoli già in epoca preistorica civilissimi, ospitanti colonie Egizie come Eridania Urbe Taurinis, e Genua (circa 3600 anni fa),

sulle coste colonie Fenicie (che si estesero addirittura sino alla Galizia),

infine colonie Greche come Massilia (circa 2600 anni fa).

 

La figura sotto, la cui base e' ripresa da un atlante ottocentesco, evidenzia, in modo grossolano, ma accettabile, l'area occeltica vera e propria, come appariva intorno l'anno mille, e le aree "cugine" dei franco-provenzali e galizi, ma anche le aree brettoni, franche, bavaresi, schiavonia e Pannonia.

 

La carta seguente, ripresa dal "Cluverio", inizio seicento, evidenzia l'antico concetto di terra italica: confinava con il Rodano, quindi comprendeva anche Marsiglia (Massilia) e la Val Chiusa (Avignone), dove, guarda caso, nascono i primi scrittori occitani che scrivono in italiano, dove si reca Dante, che aveva iniziato a scrivere la Commedia in occitano, dove Petrarca conosce Laura....

 

 

Particolare ingrandito della carta d'Italia del Cluverio, che ricalca il Tolomeo.

L'importanza, misconosciuta , degli antichi confini dell'Italia e' molto grande dal punto di vista linguistico-culturale.

Infatti lo stesso italiano puo' essere considerato una variante dell'occitano antico od occelto, come lo sono il catalano, l'occitano moderno, il provenzale, la linguadoca, e molte lingue locali, quali il piemontese.

 

 

Alla fine del medioevo si formano i vari stati nazionali a spese della antica terra occeltica.

La Francia si annette gran parte di detta terra, compresa la Provincia Romana (Provenza), la Liguria transalpina, la Borgogna, il Delfinato, il Limosino, l'Aquitania, la Bretagna, Parigi, ecc.

Per questo motivo la cultura occitana viene spesso e del tutto erroneamente, confusa con la cultura francese, con risultati spesso grotteschi.

Ad esempio, l'autorevolissimo "Dizionario Letterario Bompiani", con la massima serieta' si duole che sia stato uno "straniero", francese, a scrivere i primi versi in italiano di cui si abbia conoscenza!

L'autore in oggetto e' il Vacheras, (millecento) nato in Valchiusa, quindi, al tempo, italianissimo, che opera in Italia, e scrive normalmente in occelto (occitano antico) nel Monferrato (attuale Piemonte),

ma a Milano scrive in italiano.