LA LINGUA OCCELTICA

 

Nel primo millennio

in tutte le terre occelte od occitane,

si parlava e sopratutto si scriveva

l'antico occitano, od oc celto o "latino d'oc",

vero archetipo di tutte le lingue padane, del provenzale, del catalano, dell'aquitano, ed ovviamente delle forme moderne di occitano e linguadoca.

Proprio l'Occitano antico era la lingua dei poeti, ed essendo, al tempo, tutte le poesie provviste di musica, i poeti erano compositori ed esecutori di musica:

i Trumbadur e le Trumbatriz.

I livelli lirici espressivi e sensuali sia poetici che musicali (alta musica), dei tumbadur e trumbatriz non vennero più eguagliati , malgrado l'altissimo livello che poi raggiunsero i Trovadori, che scrivevano in franco-occitano ed erano di origine più nordica, ovvero Franca.

Occorre prestare attenzione a non confondere l'occitano antico od occelto  con il franco-occitano o franco-provenzale ed i trumbadur con i trovatori od i jouglars (strumentisti e giocolieri).

Può sembrare strano, ma a quell'epoca molti principi e re, anche famosissimi, erano dei trumbor , ad esempio il trisavolo Guglielmo ( chi lo dice VI o VII od VIII infine gli inglesi lo dicono IX) di Riccardo I Cuor di Leone ,

e Riccardo stesso che avendo una bellissima voce ed essendo un abile poeta, e compositore musicale, eseguiva allegramente per tutta l'occitania le sue canzoni, ovviamente in purissimo occelto.

Certamente! Riccardo I si sentiva a suo agio solo in terra occeltica, ed era tanto gentile, affabile, generoso ed allegro qui, quanto terribile in Inghilterra, dove, al nord, rammentiamo, pullulavano ancora i cannibali , e quelli non amavano certo il "chant, deport e curtesia" canto, diporto e cortesia.

 

A nord della terra occeltica 

si parlava sopratutto il franco-occitano,

l'antesignano della lingua francese,

a volte impropriamente detto provenzale,

era la lingua usata dai trovatori e dalle trovatrici,

più recenti nel tempo rispetto i trombadori e le trombatriz.

La lettura dei codici ci evidenzia che, in origine, la lingua nordica franco-occitana era gia` detta (nel 1000) "franseis" dagli occelti.

L'affermazione del "franseis" dell'epoca 

NON era propriamente "oil", come si ritiene comunemente

ma un "oooi" alquanto prolungato, simile alla affermazione in bolognese

e nei casi di affermazione certa veniva usato il si.

Comunque la somiglianza, sebbene arcaica, al francese e` evidente.

 

 

LA LINGUA dei TROMBADORI


La lingua della fascia ad occidente dei germani ed a sud dei nordici, al tempo era del tutto differente da quella nordica, ed era detta latino del luogo.

Questa lingua era una specie di esperanto  ovvero lingua universale del tempo, veniva compresa da tutti, ma non era affatto semplice.

Poteva usare sia gli avverbi che le declinazioni, spaziando, dal latino medioevale ad un qualcosa di simile a tutti i dialetti padani, alla linguadoca, allo spagnolo, al francese, all'italiano stesso.

Forse per tale motivo era detto latino popolare (1000) "en son lati" che può essere letto anche "an so latin", in suo latino, ovvero il latino parlato.

L'affermazione più usata era proprio "si" od anche "aissi", e non il tanto sbandierato "d'oc", che ho visto solo a significare "d'accordo" oppure " anche", come l'attuale "d'co" piemontese.

Ecco un esempio (1100) di codice italianissimo,

redatto in Monferrato:

"si que l' Marques "

Si che il marchese

"respondi che non faria nient. "

rispose che non farebbe  niente

"Donc Rambaut fetz la stampida e dis aissi."

Dunque Rambaldo fece la stampida e disse di sì.

Altro esempio affermativo "es si amorosa",

mentre non ho trovato esempi nei
codici occelti di "oc".

Mi pare ovvio che le obiezioni circa l'uso dell'oc siano da rispedire ai linguisti. Bello, tanto pragmatico, ma non vero.

Il milanese, che anche intuitivamente assomiglia alquanto al piemontese, specie orientale, ha la stessa origine arcaica, sebbene l'occitano parlato in Insubria era anticamente molto piu` simile all'italiano (non ne conosco il motivo).

Ecco altri esempi occitani molto italiani (1000-1100):

"se il cor mi vuol seguir",

"donna Beatriz fo tant corteza",

"Vol la Regina mostrar",

"dansar en la dansa gioiosa".

Alcuni versi millenari in occitano antico proverebbero addirittura che

lo stesso italiano arcaico

(da non confondersi con il toscano)

potrebbe intendersi come una parlata locale

della antica lingua universale occitana.

 

Razo di Calenda Maya

Ecco una rara "razon" ragione, diremmo oggi antefatto storico, redatta in Monferrato, quindi in Italia, ovviamente in occelto, da uno scrivano testimone oculare del 1100. La razon, essendo narrativa, ci fornisce un validissimo esempio di linguaggio comune, scevro da "licenze poetiche". 

Si narra la ragione per cui il trombadore Rambaldo Vaqueras, ospite del marchese Bonifazio I, fece la famosissima stampida "Calenda maya", Calenda di maggio, riprodotta in talmente tante copie che alcune sono fortunosamente pervenute sino a noi.

Questa "ragione" ci fornisce una importante testimonianza esemplare sull'origine comune delle lingue sud e centro europee tutte.

En aquest temps vengeron dos joglars de Fransa

In questi tempi vennero due giocolieri di Francia

en la cort del marches e sabion ben violar.

 alla corte del marchese e sapevano ben violinare (suonare).

Et un journ violaven una stampida que piazia fort

Ed un giorno suonavano una "stampida"che piaceva forte

al marches et als cavaliers et a las donnas.

al marchese, ai cavalieri ed alle donne.

Et en Rambaut non s'alegrava nien,

Ed un Rambaldo non s'allegrava (per) niente,

si che l' marches s'en perceupet et dis

si che il marchese se ne preoccupò e disse

"Seher Raimbaut, que es aisso que vos non chantaz,

"Signor Rambaldo, quale è (la) ragione (per) cui voi non cantate

ni us alegratz, c'aussitz aissi bel son de viola

ne' vi rallegrate, ch'udite qui bel suono di viola

e veitz aqui tan bela domna com es mia seror

e vedete qui tanta bella donna come è mia sorella

que vos a retengut per servidor

che vi ha ritenuto per servitore

et es la plus valen domna del mon ?"

ed è la più valente donna del mondo?"

Et en Rambaut respondi che non faria nien.

E Rambaldo rispose che non (avrebbe) fatto nulla.

El marches dis a sa seror: "A ma domna Beatriz,

Il marchese disse a sua sorella: "Ah madonna Beatrice,

per amor de mi e de totas aquestas gens,

per amore di me e di tutta questa gente,

vol que vos dehaz preiar Raimbaut qu'el,

vogliate degnarvi di pregare Rambaldo ch'egli,

por lo vostre amor e per la vostra gracia,

per il vostro amore e per la vostra grazia,

se deges alegrar e chantar e star alegre."

si degni rallegrarsi e cantare e stare allegro."

E ma domna Beatriz fu tant corteza

E madonna Beatrice fu tanto cortese

qu'ela lo preget qu'el se deges per lo so amor

ch'ella lo pregò ch'egli si degnasse per il suo amore

ralhegrar e qu'el fesez de nou una chanson.

di rallegrarsi e ch'egli facesse dal nuovo una canzone.

Donc Rambaut fetz la stampida e dis aissi.

 Dunque Rambaldo fece la stampida e disse di sì.

Come appare evidente, anche ad un neofita, tutte le lingue neolatine spagnolo, portoghese, francese, italiano, le varie lingue locali ed i dialetti, tutte sono rappresentate, e non ci vuole molto a comprendere questa lingua madre, un poco piu' di tempo ci vuole per "farsi l'orecchio", ovvero comprendere il parlato.