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SERMONI
SUBALPINI
PRESENTAZIONE e notizie storiche |
L’EQUIVOCO
Per prima
cosa occorre superare un equivoco e rimuovere un grave errore di base,
radicatissimo, tuttora perpetrato ed universalmente divulgato nei corsi
specialistici, circa la cosidetta lingua occitana confusa con il provenzale, la linguadoca ecc. Tutte queste
lingue sono lingue ancora oggi parlate, sebbene da una
minoranza, quindi sono lingue vive e moderne.
Nessuna di loro, e’ bene chiarirlo
con forza, si puo’ identificare nella omonima lingua medioevale parlata intorno
l’anno mille. L’equivoco e’
nato nel secolo scorso quando un gruppo di volenterosi ricercatori di
lingue medioevali (svizzeri in testa) credette di riconoscere nella lingua
di alcune valli cuneesi l’antica lingua dei poeti medioevali detta
“occitana” od anche “provenzale”. Al tempo era gia'stato assodato che le lingue
“provenzali” moderne non erano l’antico idioma universale centro-sud
europeo. Pareva, agli studiosi, di aver scoperto,
finalmente, il reperto “vivente”
della lingua ritenuta “morta”. La notizia venne diffusa con grande pompa e divenne un assioma.
TUTTO FALSO. L’occitano attuale non e’
l’omonima lingua ”occitana” medioevale del mille e dintorni.
La cosidetta lingua occitana
moderna delle valli cuneesi non assomiglia alla lingua
universale medioevale piu’ della lingua piemontese.
La somiglianza alla lingua universale
medioevale e’ propria di tutte le lingue padane. Ma vi sono lemmi della antica lingua che
ritroviamo ancora solo in
meridione, altri solo in italiano, altri solo in francese, altri in
galizio e persino nelle lingue nordiche. Nulla di piu’ errato quindi che confondere
le lingue alpine moderne occitane con la lingua universale medioevale.
La SINTESI
Nessuna delle lingue centro-sud europee odierne, nella fascia che
dalla Catalogna arriva sino all’Italia, Sicilia compresa, puo’ essere identificata
e definirsi come l’antica lingua “occitana” medievale. Le MOTIVAZIONI
Gli
antichi greci definivano come “celti” od occelti
od occitani i popoli ad occidente della Grecia stessa, con
esclusione esplicita dei popoli nordici e dei germanici.
Non chelto come “eroe o
valoroso nordico”, ma celto
come “ad occito”, tanto per chiarire un ulteriore equivoco.
Ci pare logico quindi, al fine
di superare definitivamente le possibilita’ di errori e confusioni
infinite, nominare in modo univoco la lingua universale medioevale
centro-sud europea con un antico sinonimo di "occitana". Scartato il termine “celtica”
, usato ed abusato, anche a sproposito per le
popolazioni nordiche, rimane il termine
“occeltica”, che significa sempre “ad occidente”,
occitana, ma con una radice arcaica desueta ed originale.
La SOLUZIONE
Chiamiamo lingua “occeltica” od
“occelta” l’antica lingua dei popoli della fascia centro e sud
europea. La LINGUA
OCCELTICA Questa lingua era compresa e parlata
dai catalani, aquitani, limosini, provenzali, alpini sud-occidentali,
padani, ma anche certamente dai siciliani, e con tutta probabilita’ da
molti popoli meridionali. Ovviamente le varie parlate locali si
differenziavano localmente, ma la comprensione era universale.
La Lingua dei Sermoni
Subalpini La lingua dei Sermoni e’ la
lingua occeltica “italiana” parlata certamente in Piemonte e
nella padania, quindi verosimilmente, in modo analogo, sino alla Sicilia.
Giova, a tal proposito, rammentare che i Sermoni citano anche
fatti, luoghi e Santi meridionali, come la Terra di Lavoro (Campania), la
citta’ di Nola e San Paolino ivi venerato.
IL
REPERTO I Sermoni
Subalpini sono redatti su pelle
pergamena, come codice, in carattere gotico,
20 righe di testo per pagina. La numerazione (posteriore)
e’ per fogli, dove 1 foglio equivale a due pagine. Il codice dei Sermoni non e’
indipendente, ma e’ rilegato con altro latino a carattere
religioso ed inizia al foglio 128 e termina al
verso del foglio 188, per un totale di 60 fogli,
ovvero 120 pagine. I Sermoni
sono in numero di 22, di cui due sono
“Esempi”. Considerata la censura, cui furono sottoposti, sin dal
secolo XIII, gli scritti occeltici, proprio il fatto di essere
“inglobati” in un testo latino, con tutta probabilita’
salvo' i Sermoni dall’essere distrutti.
La
DATAZIONE Il testo
“contenitore” e’ databile dalla seconda meta’ del 1100 alla prima
meta’ del 1200. I
Sermoni pero' appaiono
alquanto piu’ antichi del “contenitore”, e con tutta
probabilita’ sono una “stampida”, ovvero esemplare
copia di un originale, ancora piu’ antico, al momento da
considerarsi “perso”. Occorre dire che i Sermoni paiono verosimilmente
redatti nel corso di diversi anni, ed il piu’ antico appare essere il primo
Sermone, probabilmente redatto durante o
non molto posteriormente l’impero Tolun,
citato come coevo o quasi
, certamente di viva memoria. Questo fatto porterebbe alla datazione del
primo sermone, ovvero dell’originale, dall’anno novecento al mille. Secondo questa probabile ipotesi, i
Sermoni Subalpini sarebbero il piu’ antico reperto
occeltico, ancora esistente, a livello europeo.
La
DIFFUSIONE Le
stampide erano copie multiple che circolavano in vaste aree occeltiche; data
la caratteristica “italiana” dei Sermoni Subalpini, con tutta probabilita’
circolarono in tutta Italia, e forse in tutta la terra occeltica.
La
CULTURA I Sermoni Subalpini svelano un insospettato livello culturale,
non solo dell'istruitissimo autore, ma anche degli uditori, verosimilmente semplici contadini medievali.
L'importanza della lingua occeltica
, vero archetipo delle lingue neolatine moderne, e' palesemente enorme, come grandissimo e' l'apporto
di conoscenza storica su fatti del primo medioevo, antecedenti l'anno mille. Per finire, i Sermoni concorrono
alla comprensione del misconosciuto periodo storico dei Trombadori e delle Trombatriz, faro di civilta' in un
mondo oramai barbaro.
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