PROPEDEUTICA
Prima di
intraprendere il cammino
di ricerca "umanistico" secondo una visione "artistica"
dello spazio-tempo, e della fisica in generale, ristretto come
oggetto d'analisi al percorso origenico
oggetto del presente lavoro, giova, in modo assai succinto ed elementare,
rammentare il concetto "scientifico" secondo le moderne teorie fisiche
che cercano appunto di "descrivere" gli argomenti interessanti
le realizzazioni pittoriche.
A questo fine
occorre fare alcune necessarie premesse.
La TEORIA
scientifica e' un MODELLO
umano che cerca
di descrivere una REALTA'
naturale,
ovvero
per i credenti Divina, sovrumana, della quale possiamo solo cercare di
comprenderne linguaggio e regole, per cercare di usarle a nostro
vantaggio, ma cui
dobbiamo sottostare.
Ovviamente
questo modello o teoria NON e'
la realta',
quindi e' sempre passibile di revisione.
Tanto per fare
una elementare similitudine,
pensiamo ad un vero locomotore ferroviario ed al modellino
di ferrovia con cui gioca un bambino: la tecnologia intrinseca nel
progetto di una sola
ruota del locomotore vero supera
di gran lunga
quella di tutto
il modellino giocattolo.
Quale esempio storico,
rammento che Newton
cerco'
di trovare i limiti
alle sue teorie, ma non vi riusci' per la
imprecisione degli strumenti dell'epoca. Inoltre predicava che nessuna teoria umana,
per definizione imperfetta, poteva
essere esatta,
ed essendo lui inequivocabilmente un mortale umano, ergo doveva
sbagliare.
Paradossalmente
venne sconfessato,
molto illuministicamente, dagli
stessi newtoniani,
cui non pareva vero avere finalmente fra le mani una
teoria "concreta e dimostrabile".
Oggi
sappiamo che Newton aveva ragione, la sua
teoria e' sempre usata, e' validissima nell'ambito di uso meccanico
"normale a dimensione umana" ma
del tutto errata
in ambiti estremi o particolari,
non ancora immaginabili nella sua epoca.
Einstein dimostro'
i limiti della teoria newtoniana, quindi per assurdo la ragione di
Newton. Poi per non cadere nello stesso tranello ideologico, dimostro'
la intrinseca inesattezza
della sua teoria
della relativita',
circa con queste parole:
- Se tutto
l'universo fosse costituito da UN solo punto, bene, tutto quello che
ci passerebbe per la testa sarebbe
VERO, essendo indimostrabile
il contrario.
- Se tutto
l'universo invece fosse costituito da DUE soli
punti, bene, i due punti interagirebbero
fra di loro, ed il sistema NON
sarebbe INERZIALE.
- L'universo e'
costituito da ben piu' di due punti, quindi NON puo'
essere INERZIALE.
- Le mie
teorie (parola di Einstein) si basano sulla ipotetica
esistenza
di un sistema inerziale, che non puo' esistere,
quindi sono errate,
e certamente esistera' qualcuno che le superera'.
Quindi
tutte le teorie
scientifiche sono, per definizione, inesatte, semplici modelli,
passibili sempre di revisione, relativita'
compresa.
Detto
in semplici parole,
la realta' non
e', e non sara' mai,
completamente compresa dall'Uomo
per quanti sforzi egli faccia.
La verita', la conoscenza
effettiva,
non e' cosa che noi potremo mai conoscere,
ci e' preclusa a priori,
per
quanto precisi siano gli strumenti da noi
adottati e le nostre parziali "conoscenze" della realta' fisica o
naturale.
Che
ci piaccia o meno, vi
sono dei paletti, dei
confini per noi invalicabili. Questo e' il succo
di questa prefazione propedeutico scientifica alla filosofia
Origenica.
.
|
IL TEMPO-SPAZIO FISICO
Il TEMPO newtoniano
era un parametro "a scorrimento continuo" eguale per tutti
gli osservatori, impossibile
da percorrersi al contrario.
Lo SPAZIO newtoniano,
al contrario, poteva essere percorso in avanti ed indietro nelle sue
"tre dimensioni". Ovvero solo
le coordinate spaziali
erano considerate del tutto libere,
come libera ne e' la
scelta delle "origini" o punto "zero" di incontro degli assi.
Quindi
il tempo
newtoniano era una coordinata parametrica, non libera, ma
vincolata ad una reale
origine: "il presente", con
"scorrimento" fisso ed indipendente dal nostro volere e dal nostro
agire.
In parole povere il tempo non
faceva parte delle
tre
coordinate spaziali,
ovvero "della forma"
ove l'uomo puo' operare attivamente,
a suo piacimento.
L'IMMAGINE artistica
E' una tela
bianca su cui,
nel tempo, un pittore deposita vernice in forma di "creazione"
spaziale. L'oggetto tela quindi riceve una forma bidimensionale nel
tempo. Analogamente uno scultore puo' modellare la creta e dare ad
essa, sempre nel tempo, una forma tridimensionale.
Ecco che l'uomo crea
la forma (mai la materia).
Nella descrizione della forma (spaziale),
il tempo di regola, non viene considerato.
Eppure la forma,
nel tempo e' cambiata:
prima nel corso della "creazione artistica", poi
in futuro continuera' nostro malgrado a cambiare per l'azione del tempo.
Immaginiamo
la nostra "opera" dopo un milione di anni,
certamente, ammesso che qualche cosa ne esista ancora, non e' quella
"originale".
Occorre,
per poter descrivere la realta' in modo meno impreciso, ovvero
maggiormente aderente alla realta' la quarta
dimensione temporale.
.
|
LA RELATIVITA'
La Teoria della RELATIVITA'
di Einstein introduce il concetto di SPAZIO-TEMPO
come unica grandezza, non tridimensionale, ma quadritensoriale.
Detto in parole semplici
lo spazio ed il tempo fanno
parte di una realta' SINGOLA
anche se
"a quattro dimensioni"
non solo vettoriali,
ma "ultravettoriali" o tensoriali.
Ne consegue che
anche il tempo e'
relativo
all'osservatore, cosi' come lo spazio.
Al
concetto di "punto
di osservazione nello spazio",
ossia la libera
origine degli assi,
si sostituisce il concetto di "evento",
relativamente
libero nello spazio-tempo.
L'uomo (evento
osservatore)
rimane vincolato
allo scorrere del tempo
"relativo" al suo sistema
di osservazione,
ovvero al suo corpo, considerato punto, origine
Per appartenere
ad un diverso sistema
temporale
e' sufficiente essere in moto relativamente
al primo
evento osservatore.
Consideriamo ad esempio
due osservatori in moto relativo fra di loro.
Possiamo arbitrariamente
fissare la nostra origine
su di un osservatore,
che quindi consideriamo "fermo" e l'altro in moto, e viceversa.
Lo scorrere del tempo,
per ciascun singolo osservatore
sara' sempre quello classico: un minuto verra' vissuto
da ognuno di loro due sempre come un minuto.
Ma per ogni osservatore
sara' diverso il tempo dell'altro
osservatore, in modo speculare.
Da notare che non si tratta di
un "punto di vista",
ed entrambi hanno paradossalmente ma completamente ragione,
sia dal punto di vista fisico che matematico.
Quindi
l'umanistica e "comune" concezione della relativita'
nel senso del "Tutto e' Relativo" ecc. ecc. risulta
del
tutto errata e priva di fondamento,
come vedremo meglio in seguito
.
|
IL PARADOSSO Einsteniano dei
gemelli
Prima Parte
Occorre sfatare un
radicato ed errato
convincimento comune (fantascientifico) che si puo'
riassumere con
queste parole:
"Dal momento che non si puo' superare la velocita' della
luce,
se viaggiamo alla medesima, impiegheremmo mille
anni
per
raggiungere una stella lontana
mille anni-luce."
Pare
logico, invece non vi e' NULLA DI PIU' SBAGLIATO.
Supponiamo
di avere un cannocchiale tanto potente da osservare
quello che accade su di un pianeta
della ipotizzata stella distante mille anni-luce,
cosa
vediamo?
Vediamo quello che succedeva su quel pianeta mille anni fa.
In modo del
tutto analogo, e speculare, da quel pianeta
vedremmo la
Terra di mille anni fa.
Ora
supponiamo parta una astronave,
che sia capace
di raggiungere la velocita' luce in un giorno,
senza ucciderci.
Noi viaggiatori continuiamo a vivere "nel
nostro tempo"
e vediamo (con l'ipotetico cannocchiale) il tempo sulla
Terra
scorrere
del tutto normalmente.
Dopo
un giorno, vediamo la Terra del giorno
dopo la
partenza,
sempre "in
sincrono" con noi,
anche se raggiungiamo la
fatidica velocita' luce (rispetto la Terra).
La
relativita' ci assicura che alla velocita' della
luce
le distanze
nel senso di marcia (vettore velocita') si ANNULLANO.
ATTENZIONE:
Il viaggio quindi non durerebbe
affatto un anno
(per noi viaggiatori), ma solo UN
GIORNO !
Dopo
un solo giorno del nostro tempo
ci troviamo sul pianeta distante mille
anni luce,
e vediamo la Terra sempre in
sintonia perfetta con il nostro tempo,
quindi la terra del giorno dopo la partenza.
NON
possiamo vedere il passato terrestre,
e sopratutto non possiamo sovvertire la causa-effetto.
Nulla di
strano, tutto classico? Non proprio.
Rammentiamo infatti
che la Terra ci appare
"come era mille anni
prima",
sebbene in sincronia col nostro sistema di riferimento
(tempo dell'astronave).
Quindi nel riferimento di chi e' rimasto sulla
Terra sono passati,
non un giorno,
ma mille anni,
che per noi sul pianeta non
sono ancora passati,
e logicamente non vediamo.
Lo spazio
"prende il posto" del tempo.
Anzi, anche se per noi e' inconcepibile, sono la stessa cosa.
.
|
IL PARADOSSO
Einsteniano dei gemelli
Seconda Parte
Supponiamo
ora di ritornare.
Durante il breve viaggio, per noi sempre di un solo giorno,
vediamo gli accadimenti terrestri scorrere con velocita' rapidissima,
tanto da "risincronizzarci"
con il sistema Terra
di chi e' rimasto.
ED Ecco il PARADOSSO:
Noi ci ritroviamo
sulla Terra dopo duemila
anni propri del sistema
terrestre, mentre per
noi sono passati solo due giorni.
Un nostro
ipotetico gemello avrebbe duemila anni, in piu' di noi, ed
ovviamente sarebbe morto da secoli.
Ovviamente, in modo speculare
al viaggio di andata,
siamo risincronizzati sia con il sistema del pianeta
lasciato,
che con il sistema
terrestre.
Non possiamo
vedere il pianeta come era prima del nostro
arrivo,
ma lo vediamo
come e' il giorno
dopo la nostra partenza per il ritorno, ossia "come era mille anni prima",
essendo durato
mille anni per il sistema terrestre
il nostro viaggio di ritorno di un giorno nel sistema astronave.
Tutto simmetrico, e nessun viaggio nel tempo,
ma neppure la possibilita' di "vedere il nostro passato",
nessuna
possibile sovversione,
neppure
teorica, della causa-effetto.
Ma il
paradosso di Einstein drammaticamente rimane:
nulla di
quello che abbiamo lasciato esiste piu' come era,
la Terra ritrovata e' un mondo "diverso"
La
relativita' einsteniana e' teoria matematica esatta,
niente affatto "relativa", questo termine, che ingenera confusione,
si riferisce agli EVENTI
od OSSERVATORI.
La
relativita' einsteniana NON implica il
relativismo
umanistico,
anzi lo nega affatto
UN
ESEMPIO MATEMATICO COMPROVANTE
Detta
c la velocita' della luce, circa c =
300.000.000 m/s.
Detta g l'acc. di gravita', circa g == 10 m/s^2.
Con
una accellerazione pari a g
impiego 300.000.000/10 = 30.000.000 sec.
per raggiungere c,
ora il giorno e' composto da 60x60x24 = 86.400 sec.
Quindi 30.000.000 / 86.400 = 347,2
giorni.
Questo e' il tempo del proprio
riferimento,
che una ipotetica astronave con la stessa accellerazione
della gravita' terrestre impiegherebbe a
raggiungere
la velocita' della luce,
quindi un qualsiasi
punto dell'universo.
Inoltre il viaggiatore continuerebbe a
"sentirsi come sulla terra", con lo stesso peso.
Questo
viaggiatore quindi, in meno
di un anno
del suo tempo,
potrebbe raggiungere una qualsiasi
destinazione entro il
nostro universo. Ovviamente se va troppo lontano, quando torna
indietro,
la Terra, il Sole, potrebbero non piu' esistere.
... |