RELATIVITA'  PITTORICA ISTITUZIONI
ELEMENTARI


LA NUOVA CORRENTE ARTISTICA
DI  ERASMO

PROPEDEUTICA

Prima di intraprendere il cammino di ricerca "umanistico" secondo una visione "artistica" dello spazio-tempo, e della fisica in generale, ristretto come oggetto d'analisi al percorso origenico oggetto del presente lavoro, giova, in modo assai succinto ed elementare, rammentare il concetto "scientifico" secondo le moderne teorie fisiche che cercano appunto di "descrivere" gli argomenti interessanti le realizzazioni pittoriche. 
A questo fine occorre fare alcune necessarie premesse.

La TEORIA scientifica e' un MODELLO umano che cerca di descrivere una REALTA' naturale,  ovvero per i credenti Divina, sovrumana, della quale possiamo solo cercare di comprenderne linguaggio e regole, per cercare di usarle a nostro vantaggio, ma cui dobbiamo sottostare.

Ovviamente questo modello o teoria NON e' la realta'
quindi e' sempre passibile di revisione.

Tanto per fare una elementare similitudine
pensiamo ad un vero locomotore ferroviario ed al modellino di ferrovia con cui gioca un bambino: la tecnologia intrinseca nel progetto di una sola ruota del locomotore vero supera di gran lunga quella di tutto il modellino giocattolo.

Quale esempio storico, rammento che Newton cerco' di trovare i limiti alle sue teorie, ma non vi riusci' per la imprecisione degli strumenti dell'epoca. Inoltre predicava che nessuna teoria umana, per definizione imperfetta, poteva essere esatta, ed essendo lui inequivocabilmente un mortale umano, ergo doveva sbagliare

Paradossalmente venne sconfessato, molto illuministicamente, dagli stessi newtoniani, cui non pareva vero avere finalmente fra le mani una teoria "concreta e dimostrabile". 

Oggi sappiamo che Newton aveva ragione, la sua teoria e' sempre usata, e' validissima nell'ambito di uso meccanico "normale a dimensione umana" ma del tutto errata in ambiti estremi o particolari, 
non ancora immaginabili nella sua epoca.

Einstein dimostro' i limiti della teoria newtoniana, quindi per assurdo la ragione di Newton. Poi per non cadere nello stesso tranello ideologico, dimostro' la intrinseca inesattezza della sua teoria della relativita'
circa con queste parole:

  • Se tutto l'universo fosse costituito da UN solo punto, bene, tutto quello che ci passerebbe per la testa sarebbe VERO, essendo indimostrabile il contrario.
  • Se tutto l'universo invece fosse costituito da DUE soli punti, bene, i due punti interagirebbero fra di loro, ed il sistema NON sarebbe INERZIALE
  • L'universo  e' costituito da ben piu' di due punti, quindi NON puo' essere  INERZIALE.
  • Le mie teorie (parola di Einstein) si basano sulla ipotetica esistenza di un sistema inerziale, che non puo' esistere, quindi sono errate, e certamente esistera' qualcuno che le superera'.

 Quindi tutte le teorie scientifiche sono, per definizione, inesatte, semplici modelli, passibili sempre di revisione, relativita' compresa.

Detto in semplici parole, 
la realta' non e', e non sara' mai, 
completamente compresa dall'Uomo

per quanti sforzi egli faccia. 

La verita', la conoscenza effettiva, 
non e' cosa che noi potremo mai conoscere
, 
ci e' preclusa a priori, 

per quanto precisi siano gli strumenti da noi adottati e le nostre parziali "conoscenze" della realta' fisica o naturale.

Che ci piaccia o meno, vi sono dei paletti, dei confini per noi invalicabili. Questo e' il succo 
di questa prefazione propedeutico scientifica alla filosofia Origenica.

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 IL TEMPO-SPAZIO FISICO

Il TEMPO newtoniano era un parametro "a scorrimento continuo" eguale per tutti gli osservatori, impossibile da percorrersi al contrario.

Lo SPAZIO newtoniano, al contrario, poteva essere percorso in avanti ed indietro nelle sue "tre dimensioni". Ovvero solo le coordinate spaziali erano considerate del tutto libere, come libera ne e' la scelta delle "origini" o punto "zero" di incontro degli assi.

Quindi il tempo newtoniano era una coordinata parametrica, non libera, ma vincolata ad una reale origine: "il presente", con "scorrimento" fisso ed indipendente dal nostro volere e dal nostro agire.

In parole povere il tempo non faceva parte delle 
tre coordinate spaziali, ovvero "della forma" ove l'uomo puo' operare attivamente, a suo piacimento.

L'IMMAGINE artistica
E' una tela bianca su cui, nel tempo, un pittore deposita vernice in forma di "creazione" spaziale. L'oggetto tela quindi riceve una forma bidimensionale nel tempo. Analogamente uno scultore puo' modellare la creta e dare ad essa, sempre nel tempo, una forma tridimensionale.
Ecco che l'uomo
crea la forma (mai la materia).

Nella descrizione della forma (spaziale), 
il tempo di regola, non viene considerato.

Eppure la forma, nel tempo e' cambiata: prima nel corso della "creazione artistica", poi in futuro continuera' nostro malgrado a cambiare per l'azione del tempo.
Immaginiamo la nostra "opera" dopo un milione di anni, certamente, ammesso che qualche cosa ne esista ancora, non e' quella "originale".

Occorre, per poter descrivere la realta' in modo meno impreciso, ovvero maggiormente aderente alla realta' la quarta dimensione temporale.

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LA RELATIVITA'

La Teoria della RELATIVITA' di Einstein introduce il concetto di SPAZIO-TEMPO come unica grandezza, non tridimensionale, ma quadritensoriale.

Detto in parole semplici 
lo spazio ed il tempo fanno parte di una realta' SINGOLA anche se 
"a quattro dimensioni" non solo vettoriali, 
ma "ultravettoriali" o tensoriali.

Ne consegue che anche il tempo e' relativo 
all'osservatore, cosi' come lo spazio.

Al concetto di "punto di osservazione nello spazio", 
ossia la libera origine degli assi, 
si sostituisce il concetto di "evento",
relativamente
libero nello spazio-tempo.

L'uomo (evento osservatore) 
rimane vincolato allo scorrere del tempo 
"relativo" al suo sistema di osservazione, 
ovvero al suo corpo, considerato punto, origine

Per appartenere ad un diverso sistema temporale
e' sufficiente essere in moto relativamente 
al primo evento osservatore.

Consideriamo ad esempio 
due osservatori in moto relativo fra di loro.
Possiamo arbitrariamente 
fissare la nostra origine su di un osservatore, 
che quindi consideriamo "fermo" e l'altro in moto, e viceversa.

Lo scorrere del tempo, per ciascun singolo osservatore 
sara' sempre quello classico: un minuto verra' vissuto 
da ognuno di loro due sempre come un minuto.

Ma per ogni osservatore sara' diverso il tempo dell'altro
osservatore, in modo speculare.

Da notare che non si tratta di un "punto di vista", 
ed entrambi hanno paradossalmente ma completamente ragione,
sia dal punto di vista fisico che matematico.

Quindi l'umanistica e "comune" concezione della relativita' 
nel senso del "Tutto e' Relativo" ecc. ecc. risulta 
del tutto errata e priva di fondamento, 
come vedremo meglio in seguito

.

IL PARADOSSO Einsteniano dei gemelli 
Prima Parte

Occorre sfatare un radicato ed errato convincimento comune (fantascientifico) che si puo' riassumere con queste parole:
 
"Dal momento che non si puo' superare la velocita' della luce, 
se viaggiamo alla medesima, impiegheremmo mille anni 
per raggiungere una stella lontana mille anni-luce."

Pare logico, invece non vi e' NULLA DI PIU' SBAGLIATO.

Supponiamo di avere un cannocchiale tanto potente da osservare 
quello che accade su di un pianeta 
della ipotizzata stella distante mille anni-luce, 
cosa vediamo? 
Vediamo quello che succedeva su quel pianeta mille anni fa.
In modo del tutto analogo, e speculare, da quel pianeta 
vedremmo la Terra di mille anni fa.

Ora supponiamo parta una astronave, 
che sia capace di raggiungere la velocita' luce in un giorno, 
senza ucciderci. 
Noi viaggiatori continuiamo a vivere "nel nostro tempo" 
e vediamo (con l'ipotetico cannocchiale) il tempo sulla Terra
scorrere del tutto normalmente.

Dopo un giorno, vediamo la Terra del giorno dopo la partenza, 
sempre "in sincrono" con noi
anche se raggiungiamo la fatidica velocita' luce (rispetto la Terra).

La relativita' ci assicura che alla velocita' della luce 
le distanze nel senso di marcia (vettore velocita') si ANNULLANO.

ATTENZIONE:

Il viaggio quindi non durerebbe affatto un anno (per noi viaggiatori), ma solo UN GIORNO !

Dopo un solo giorno del nostro tempo 
ci troviamo sul pianeta distante mille anni luce
e vediamo la Terra sempre in sintonia perfetta con il nostro tempo,
quindi la terra del giorno dopo la partenza.

NON possiamo vedere il passato terrestre, 
e sopratutto non possiamo sovvertire la causa-effetto.
Nulla di strano
, tutto classico? Non proprio.

Rammentiamo infatti che la Terra ci appare 
"come era mille anni prima", 
sebbene in sincronia col nostro sistema di riferimento 
(tempo dell'astronave).

Quindi nel riferimento di chi e' rimasto sulla Terra sono passati, 
non un giorno, ma mille anni, 
che per noi sul pianeta non sono ancora passati
e logicamente non vediamo.
Lo spazio "prende il posto" del tempo
. 
Anzi, anche se per noi e' inconcepibile, sono la stessa cosa.

.

IL PARADOSSO Einsteniano dei gemelli 
Seconda Parte


Supponiamo ora di ritornare
Durante il breve viaggio, per noi sempre di un solo giorno,
vediamo gli accadimenti terrestri scorrere con velocita' rapidissima,
tanto da "risincronizzarci" con il sistema Terra di chi e' rimasto.

ED Ecco il PARADOSSO:

Noi ci ritroviamo sulla Terra dopo duemila anni propri del sistema terrestre, mentre per noi sono passati solo due giorni.
Un nostro ipotetico gemello avrebbe duemila anni, in piu' di noi, ed ovviamente sarebbe morto da secoli.

Ovviamente, in modo speculare al viaggio di andata, 
siamo risincronizzati sia con il sistema del pianeta lasciato, 
che con il sistema terrestre
.

Non possiamo vedere il pianeta come era prima del nostro arrivo,
ma lo vediamo come e' il giorno dopo la nostra partenza per il ritorno, ossia "come era mille anni prima",
essendo durato mille anni per il sistema terrestre 
il nostro viaggio di ritorno di un giorno nel sistema astronave
.

Tutto simmetrico, e nessun viaggio nel tempo, 
ma neppure la possibilita' di "vedere il nostro passato",
nessuna possibile sovversione, 
neppure teorica, della
causa-effetto.

Ma il paradosso di Einstein drammaticamente rimane: 
nulla di quello che abbiamo lasciato esiste piu' come era, 
la Terra ritrovata e' un mondo "diverso"

La relativita' einsteniana e' teoria matematica esatta
niente affatto "relativa", questo termine, che ingenera confusione,
si riferisce agli EVENTI od OSSERVATORI. 

La relativita' einsteniana NON implica il relativismo umanistico,
anzi lo nega affatto


UN ESEMPIO MATEMATICO COMPROVANTE

Detta c la velocita' della luce, circa c = 300.000.000 m/s. 
Detta g l'acc. di gravita', circa g == 10 m/s^2. 
Con una accellerazione pari a g 
impiego 300.000.000/10 = 30.000.000 sec. 
per raggiungere c, 
ora il giorno e' composto da 60x60x24 = 86.400 sec. 
Quindi 30.000.000 / 86.400 = 347,2 giorni
Questo e' il tempo del proprio riferimento
che una ipotetica astronave con la stessa accellerazione
della gravita' terrestre impiegherebbe a
raggiungere la velocita' della luce

quindi un qualsiasi punto dell'universo
Inoltre il viaggiatore continuerebbe a 
"sentirsi come sulla terra", con lo stesso peso.

Questo viaggiatore quindi, in meno di un anno del suo tempo, 
potrebbe raggiungere una qualsiasi destinazione entro il nostro universo. Ovviamente se va troppo lontano, quando torna indietro, 
la Terra, il Sole, potrebbero non piu' esistere. 

...
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