- HIERONIMO - VULGATA - MALERBI  - Erasmo Brio -     pag. 1

- HIERONIMO - VULGATA - MALERBI  - Erasmo Brio -     pag. 2

Prima traduzione integrale della Vulgata in italiano fatta dal Camaldolese Malerbi ovvero Malermi Niccolò veneziano nel 1470, subito stampata in prima edizione incunabulo nell'agosto 1471, in Venezia, cui seguirono varie ristampe, tutte rarissime, quali quella in oggetto

La notorietà di questa edizione cinquecentina post-incunabulo della Biblia Vulgare del Malerbi, risiede nel fatto che e' stato il primo libro curato ed editato da una donna in Italia: Elisabetta de Rusconi.

Di questa Biblia Vulgare ne esistono solamente 5 esemplari in biblioteche pubbliche, tutte in Italia:

  1. Firenze, BNC
  2. Venezia, Fondazione Cini
  3. Modena, biblioteca Estense
  4. Milano, Facoltà di giurisprudenza
  5. Messina, scompleto, biblioteca Universitaria

Nel titolo si legge:

  • Biblia Vulgare (Bibbia in Volgare)
  • Nuovamente Impressa (Nuova Edizione a stampa)
  • Corretta (Corretta, ?)
  • Et Historiata (Con l'aggiunta di storia)
  • Con le Rubrice (Con l'aggiunta di rubriche)
  • Et Capitulatione (Il testo e' stato diviso in capitoli)

 Infatti la Vulgata (latina) di Hieronimo , Geronimo, o Girolamo, non era divisa in capitoli, non conteneva rubrica alcuna e tantomeno storia o riassunto iniziale ad ogni capitolo. Inutile dire che, a maggior ragione non vi era traccia della attuale divisione in "versetti".

Tutto il racconto fluiva continuo, senza alcuna separazione. Le attuali righe o versetti biblici non ricalcano affatto la struttura degli antichi codici.

Infine le attuali Bibbie sono cassate dei prologhi chiarificatori sia di Geronimo che del Malerbi , parti al contrario presenti e leggibili nella Bibbia in oggetto, fatto che la rende culturalmente preziosissima.

Nelle pagine che seguono sono riprodotte e traslate alcune parti della Bibbia vulgare"scomparse", ovvero non piu' presenti nelle "versioni" moderne, neppure nelle versioni dette "originali" da testi antichi.

Qui si evidenzia che la Vulgata, già in origine, e' frutto di una "manipolazione", ovvero libera interpretazione e selezione (in particolare per quanto concerne il nuovo testamento), fatta da Geronimo, per ordine esplicito (ed assoluzione plenaria) del Papa Damaso, che al tempo occupava la sedia di Pietro.

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- HIERONIMO - VULGATA - A PAPA DAMASO- 115  - Erasmo Brio -     pag. 3

- HIERONIMO - VULGATA - A PAPA DAMASO- Traslazione  - Erasmo Brio -     pag. 4

TRASLAZIONE del Prologo f.105 cassato

Al beatissimo Papa Damaso, (da) Hieronimo salute etc.

Mi costringe a far nuova opera delle antiche, perché dopo gli esemplari delle scritture disperse per tutto il mondo, siedi come giudice, e perché io discerna qual sieno quelle che tra se si svariano, e quali si accordano con la greca verità.

Egli è pietosa fatica ben che pericolosa presunzione giudicare di altri, e se stesso da tutti esser giudicato a mutare la lingua del vecchio, e riportare l'invecchiato mondo ai principii dei fanciulli. Qual è certo condotto ovvero indotto quando piglierà il volume in mano, e quello che frequentemente legge vedrà discordarsi dalla saliva con la quale una volta ha ingioito, che incontinente gridando asserire con la voce io essere falsario e sacrilego, presumendo aggiungere, mutare e correggere alcuna cosa negli antichi libri.

Contro la quale invidia due cagioni mi confortano, che tu che sei sommo sacerdote comandi di esser fatto ed esser vero che non si discorda, ed essere approvato per il testimonio dei maldicenti.

Se adunque egli è da prestar fede agli esemplari latini rispondendo a quelli i quali sono tanti esemplari quasi quanto i codici. Ma per (il fatto di) essere molti egli è da ricercare la verità. Perche ritornati all'origine greca non (possiamo) correggere quelle cose le quali, ovvero da viziosi interpreti sono mal translate, ovvero da presuntuosi imperiti perversamente emendate, ovvero son state dagli adornamenti notarii aggiunte o sminuite?

E certo non disputo del vecchio testamento, il quale tradotto da settanta antichi nella lingua greca, a noi e' pervenuto infino al terzo grado. Non cerco quel che sentino Aquila e a Symacho, perche Theodotione vada come mezzo tra noi e gli antichi.

Sia vera quella interpretazione, quella che gli apostoli hanno approvato al presente, parlo del nuovo testamento, il quale non è dubbio esser in greco, salvo l'evangelio dell'apostolo Matteo, il quale primo in giudea compose l'evangelio di Cristo in lettere ebraiche. Lascio quelli i quali la perversa concezione pochi uomini affermano essere noncupato da Luciano ed Elenio dei quali certo non fu lecito dopo i settanta interpreti alcuna cosa emendare dell'antico strumento, ne ezian ha giovato emendare del nuovo, con ciò sia che la scrittura prima translata insieme con le lingue di molte genti, esser false quelle cose che son state aggiunte.

Adunque tratterò per questo piccolo prologo solamente dei quattro evangelii l'ordine dei quali è questo: Matteo, Marco, Luca, Giovanni, emendata la collezione dei libri greci ed antichi, i quali non molto si discordano dalla consuetudine della lezione latina, così abbiamo posto l'arbitrio al calamo, acciocchè corrette quelle che solamente parevano mutare il sentimento, sostenessimo l'altre permanere come erano state ezian i libri ecclesiastici li quali Eusebio cesariense seguitato Amonio Alexandrino ordinò dieci numeri come si hanno in greco habbiamo dichiarato. ………………………………….

 Segue una lunga analisi strutturale delle ricorrenze di racconto nei quattro vangeli che lui stesso ha scelto, segnate in colore nella Vulgata originale, oggi persa, e quindi non verificabile. Quindi Geronimo prosegue con un secondo ed un terzo prologo giustificante le scelta di soli quattro vangeli. Inizia quindi l'argomento, con il rammentare che Matteo scrive per primo il vangelo, in ebraico, seguito da Marco, poi Luca ed infine, per ultimo, Giovanni, che scrivono i vangeli in greco. Poi si smentisce, vedere per credere. 

 

- HIERONIMO - VULGATA - A PAPA DAMASO- 115v  - Erasmo Brio -     pag. 5

- HIERONIMO - VULGATA - A PAPA DAMASO- 116  - Erasmo Brio -     pag. 6

- HIERONIMO - VULGATA - A PAPA DAMASO- 125v  - Erasmo Brio -     pag. 7

- HIERONIMO - VULGATA - A PAPA DAMASO- 126  - Erasmo Brio -     pag. 8

- HIERONIMO - VULGATA - A PAPA DAMASO- 132  - Erasmo Brio -     pag. 9

- HIERONIMO - VULGATA - A PAPA DAMASO- 132v  - Erasmo Brio -     pag. 10

- HIERONIMO - VULGATA - A PAPA DAMASO- 133  - Erasmo Brio -     pag. 11

- HIERONIMO - VULGATA - A PAPA DAMASO- 142v  - Erasmo Brio -     pag. 12

- HIERONIMO - VULGATA - A PAPA DAMASO- 143  - Erasmo Brio -     pag. 13

- HIERONIMO - VULGATA - A PAPA DAMASO- 195  - Erasmo Brio -     pag. 14

- HIERONIMO - VULGATA - A PAPA DAMASO- 195v  - Erasmo Brio -     pag. 15

- HIERONIMO - VULGATA - A PAPA DAMASO- 196  - Erasmo Brio -     pag. 16

- HIERONIMO - VULGATA - MARCO, pazzia - 127  - Erasmo Brio -     pag. 17

- HIERONIMO - VULGATA - MARCO, pazzia - 127  - Erasmo Brio -     pag. 18

TRASLAZIONE Marco f.127 nuovo Testamento

Dopo l'elenco dei dodici Apostoli, inizia il racconto del fatto in oggetto, la presunta "pazzia" di Gesù.

E loro (gli Apostoli) vennero a casa, e si radunò la turba (grande folla) per modo che non potevano ezian (anche volendo) manducare (spezzare manualmente) il pane, e quando i suoi (famigliari) ebbero udito (che predicava) vennero a tenerlo (catturarlo), e loro (i famigliari) dicevano che era ritornato (non era la prima volta) in furore (pazzia), e gli scribi i quali erano discesi da Gerusalemme dicevano che egli ha Belzebù (era indemoniato).

Quindi i suoi famigliari, che sotto vedremo essere specificatamente la Madre ed i fratelli, nell'intento di farlo catturare per pazzia, lo volevano proteggere dall'accusa ed immediata lapidazione per bestemmia da possedimento demoniaco.

Segue qui una lunga parentesi volta a spiegare come Gesù non potesse essere indemoniato, cosa di primaria importanza per l'evangelista. Gesù dimostra di essere pienamente cosciente di come si stavano evolvendo le cose al di fuori della casa, e narra una parabola sugli indemoniati.

La Madre ed i fratelli raggiungono il luogo dove stava Gesù (che conosceva il motivo della loro venuta) ed il racconto riprende:

E vennero la sua Madre, ed i fratelli i quali stanti di fuori (della casa) lo mandarono a chiamare, dal momento che intorno a Lui sedeva una gran folla (e non potevano entrare nella casa a catturarlo).

E gli viene riferito: "Ecco che la Madre tua ed i fratelli tuoi sono di fuori, e ti cercano".

Ed egli (che conosceva il motivo per cui era cercato) rispose dicendo: "Quale è la Madre mia ed i fratelli miei?" e riguardando quelli che erano dintorno a lui disse: "Ecco che questi sono la mia Madre, ed i miei fratelli, imperò che colui che farà la volontà di Dio egli è mio fratello, mia sorella, e mia Madre".

Risulta chiarissimo quindi il motivo per cui Gesù non riceve la Madre ed i fratelli: non intendeva essere catturato.

Fratelli di Gesù? La chiesa cattolica ufficiale avrebbe risolto la questione con l'affermare che l'antico aramaico confonderebbe fratelli con cugini primi, essendo sempre consanguinei stretti.

Tutto spiegato? Per nulla, infatti Marco non scrive in aramaico, ma in greco, quindi i fratelli sono fratelli e non cugini.

Inoltre la frase di Gesù "egli è mio fratello, mia sorella, e mia Madre" diverrebbe alquanto vuota e ridicola se suonasse "egli è mio cugino, mia cugina, e mia Madre", tanto valeva, per rimanere nel grottesco, che suonasse "egli è mio cugino, mia cugina, e mia zia", se non altro si rinane in tema.

 

  

 

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