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PREMESSA (importante) Nel gioco del passa-parola, se vi sono molti giocatori, la frase finale può essere del tutto diversa da quella originale e l'unico modo sicuro di verifica è quello di rileggere la frase scritta dall'autore. Ovviamente l'autore deve scrivere la frase prima del gioco, e non, diciamo un anno dopo! Ovvero il documento originale deve essere coevo. Ovvio, semplice e lapalissiano. Quindi non può portare ad alcun risultato storico-scientifico, il far assurgere a "Fonte" primiera quello che dice Tizio, che riporta Caio, che cita Sempronio, che non si sa da dove attinge. Il solo riesame della bibliografia esistente, senza la consultazione diretta dei documenti originali, ovvero coevi risulta quindi inutile ed a volte dannoso, e non puo' mai portare a revisione o riscoperta. Purtroppo, almeno per quanto riguarda STORIA ed USANZE del medioevo in generale (Torino e Piemonte in particolare), proprio questo e' il modo preponderante, anzi oso dire, quasi totalitario, di agire imperante ed ossessivamente capillare. Quindi la storia che ci insegnano nelle scuole, non solo inferiori e medie, ma anche universitarie risulta in massima parte ERRONEA o quantomeno incompleta Difficile e' credere il
nuovo, ma
ancora piu' difficile e' modificare le proprie conoscenze e
convinzioni, da sempre rifugio e "certo" riferimento, a favore del
nuovo. Come e'
possibile, ci si domanda, che nelle scuole da "sempre" si
insegni il falso? Ma come si puo'
ingannare il mondo? La
stessa domanda contiene parte della risposta. Come si puo' mettere in
dubbio il comune senso della verita'? Come si puo' mettere in dubbio il
mondo? Una menzogna lungamente ripetuta,
infine e' ritenuta per vera; anzi, diviene pura verita'.
La causa segreta: per quale motivo il
ricercatore serio
non consulta quasi mai i polverosi documenti originali? Verissimo,
l'approccio diretto ai reperti coevi non e' affatto semplice, occorrono
lunghe ricerche ed il permesso dei possessori, molti reperti sono
"scomparsi", e' cosa polverosa e faticosa, ecc. ecc. A dimostrazione cito un
articolo apparso non
molto tempo fa su di un notissimo quotidiano nazionale, dove uno
storico si lasciava andare a farneticazioni su Riccardo cuor
di leone, giungendo ad affermare che Riccardo non parlava
l'Inglese (non esisteva) ma il Francese (non esisteva neppure questo)! Particolare di importante pergamena storica (Torino B.N.) datata 985 e firmata da Ottone II nel quindicesimo anno di regno, indizione XII. Ma secondo la storiografia ufficiale Ottone II muore nel 983, la specifica "anno ab incarnacione" anticipa il capodanno a Natale, ma non di due anni. (?) |
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I DOCUMENTI "COEVI" I Documenti piu' antichi
in ambito europeo sono manoscritti su supporto di pelle
(detto pergamena) essendo poco conservabili altri supporti quali i papiri
ai nostri climi. La pelle era, ed e' tuttora, assai
costosa, quindi per corrispondenza e scritti comuni venivano usate
tavolette di legno, mentre i papiri venivano
conservati in zone asciutte, o desertiche: famosissima in epoca
imperiale, e medioevale sino alla invasione araba, era la citta'-biblioteca
di Alessandria,
enorme, dove continuamente venivano restaurati, ricopiati, sostituiti i
volumi deteriorati o vittima dei continui (ma mai significativi)
incendi. Tutti i medici chirurghi dell'impero
romano, ad
esempio, dovevano superare il tirocinio alessandrino, assolutamente
obbligatorio. Altra biblioteca mondiale del tempo, era quella
greco-romana di Efeso (attuale Kusadasi dopo la
conquista turca). Grande scalpore
fece in occidente la distruzione di Edessa (ora
Urfa) e popolazione (Galati): tutti i cristiani vennero impalati o crocifissi (un onore), gli
altri sgozzati. MANOSCRITTI ORIGINALI Si distinguono tre tipi di manoscritto originale:
PERGAMENE e CODICI Tutti o quasi i documenti antichi di cui disponiamo ancora ci sono pervenuti per mezzo dei codici e delle pergamene medioevali, grazie alle Escriveta ed ai Monaci, i primi, ed ai notai le seconde. Quindi, salvo ritrovamenti, queste sono le fonti maggiormente coeve. Per convenzione:
Codice miniato (Torino B.N.) Giova
ancora ricordare che
la maggior parte dei documenti antichi e' andata
forse irrimediabilmente persa, salvo nuovi
ritrovamenti. . |
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I REPERTI a STAMPA
Ad esempio il Bianchini nella sua "Istoria Universale" (1747) citando Esiodo che narra come Fetonte-Eridano morendo nel Po diede a questo fiume il suo nome, vuole, contrariamente a tutta la tradizione antica, che il Po sia il Nilo. Ora anche ammesso, per assurdo, che il Nilo si possa chiamare Po, da Padus = grande acqua, detto Nilo non si e' mai chiamato Eridano, mentre tutti gli autori greci sono concordi che proprio Eridano sia il nome antico del nostro Po. Inoltre l'Eridano scorreva (e come Po scorre) da occito a levante, mentre il Nilo scorre inequivocabilmente da sud a nord. Particolare di Codice Miniato 1380 circa, (Torino, coll. privata) |
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